giovedì, marzo 23, 2006

L' Ecomuseo a MIRA BRENTA

Oggi 22/3/2006 giornata mondiale dell’acqua siamo andati a visitare l’Eco museo a Mira Brenta.
La giornata era nuvolosa e dal finestrino del pullman abbiamo visto la riviera del fiume Brenta con alcuni salici piangenti e tutto il traffico tipico di una mattina feriale di questa cittadina.
Appena siamo arrivati la guida di nome Roberto ci ha fatti sedere in cerchio in una stanza quasi buia, ad uno ad uno ci ha fatto dire i nostri nomi. Ci ha spiegato cosa vuol dire "ECOLOGIA"(dal greco OIKOS= casa - LOGOS=: pensiero, studio ).
Così abbiamo capito che l’ecomuseo ci avrebbe permesso di approfondire lo studio dell’ambiente del fiume e della vita che si sviluppava attorno al suo canale, sia nel tempo antico sia oggi.
Infatti la prima stanza che abbiamo visitato era quella dei contadini di una volta, in uno schermo ci appariva un uomo che ci parlava come se fosse davvero davanti a noi.
Era un semplice contadino che si presentava, di nome Tonino e ci spiegava come viveva e che cosa faceva.
In questa stanza delle stagioni vi erano esposte quattro cassettiere ed ognuna di esse rappresentava una delle quattro stagioni. Abbiamo potuto aprire i cassetti e vedere i vari arnesi e attrezzi del mestiere per l’agricoltura per ogni mese; mentre le maestre scattavano le fotografie noi esploravano con curiosità ogni cassetto che conteneva oggetti per ogni stagione e una pergamena che descriveva utensili oppure direttamente strumenti usati per il lavoro dei contadini, persino le loro scarpe.
Nella seconda stanza, la guida ci ha mostrato in un altro schermo un filmato in cui si vedeva e sentiva un barcaiolo di nome Momi che navigava sul Brenta; sembrava un uomo vivente proprio lì davanti a noi.
Poi abbiamo fatto un viaggio virtuale sul fiume Brenta e potevamo vedere su due schermi, a destra e a sinistra, le ville che vi erano su entrambe le sponde.
Purtroppo uno schermo non funzionava, abbiamo quindi potuto vedere solo una sponda.
Abbiamo ammirato solo la sponda sinistra e la flora, la fauna e le ville del Brenta: oche, cicogne, germani reali, salici piangenti e alcune ville come: Villa Malcontenta, Villa Gardenigo, Villa Principe Pio, Villa Franceschi , Villa Bon , Villa Velluti , Villa Badoere , Villa Angeli e Villa Pisani detta la Bargariga (da non confondersi con Villa Pisani detta la Nazionale).
In una terza stanza ci ha raccontato la storia della goccia d’acqua che assieme a delle gocce formano il Brenta.
Poi ci ha riportato alla stanza dove c’eravamo seduti in cerchio, lì ha acceso lo schermo e ci ha fatto vedere un documentario chiamato microcosmos che trattava di fenomeni vari che avevano come protagonisti alcuni insetti come: cavallette, ragni, processionaria, lumache, … compiono durante il giorno. Dopo siamo saliti sul pullman e siamo ritornati a scuola.E’ stato interessante a volte avremmo preferito che la guida parlasse meno, per interagire e muoverci da soli alla scoperta di questo strano e particolare museo in cui antico e moderno si incontrano. Classe IV

lunedì, marzo 13, 2006

Archeologia terrestre e subacquea







Indice:

  • La ricerca storica: chi cerca e studia le fonti storiche
  • Lo scavo archeologico: chi vi lavora e che cosa si fa
  • Distinguere i metodi della ricerca scientifica
  • Capire che la ricostruzione storica si fonda sulle testimonianze materiali e sui documenti trovati sulla terra e nell’acqua
  • L’archeologo terrestre e subacqueo e i suoi attrezzi del mestiere
  • Riconoscere il principio dell'evoluzione degli oggetti nel tempo
  • Un esperienza reale: visita allo scavo archeologico del lazzaretto Nuovo.

La ricerca storica è un lavoro di esplorazione sui resti ritrovati e su varie tracce di documenti attraverso i quali si ricostruisce la storia di come vivevano i popoli antichi.

Il lavoro di ricerca è un lavoro di squadra in cui varie figure studiano e ricostruiscono gli indizi e scoprono che cosa e come vivevano tanto tempo fa.

L’archeologo come un detective un po’ speciale sulla base di indizi e reperti ricostruisce i modi di vita degli uomini di tanto tempo fa.

La Classe III A di Assggiano è pronta per cominciare…il lavoro di squadra.I piccoli investigatori…iniziano la loro attività.

Il lavoro dell’archeologo è un lavoro di squadra e di collaborazione con vari figure professionali e ognuna di esse è importante.

I disegni sono stati realizzati in lavoro di gruppo dagli alunni della classe III a.s 2005-2006

mercoledì, marzo 08, 2006

Archeologunando: in giro per le isole di Venezia. L'isola del Lazzaretto Nuovo. Lisa T. Cl. IV A

Ecco l'Isola del Lazzaretto Nuovo, sede di significativi scavi archeologici. (Foto concessa dagli Itinerari Educativi. Copyright Ministero per i beni e le attività culturali)
Luogo di scavo archeologico molto interessante. Molto bello il Tezon Grande e tutta la cinta muraria. La giornata era primaverile e molto calda. Il mostoscafo della Guardia di Finanza grande e comodo e ci ha permesso di passare lungo il Canal Grande. Esperienza stupenda e indimenticabile per la bellezza dei palazzi e per il sole e la giornata limpida...si vedevano anche i monti...
Un'alunna della classe IV A racconta:
Mercoledì 8 marzo io con i miei compagni di classe IV e con la classe III di Asseggiano siamo andati a fare una gita all’Isola del Lazzaretto Nuovo.
Siamo passati per il Canal Grande.
Quando siamo arrivati siamo scesi e davanti a un portone ci aspettava la guida. Ci ha raccontato la storia dell’isola del Lazzaretto Nuovo.
Dopo abbiamo camminato su una strada costeggiata da alberi; siamo entrati in una casa grande chiamata TESON GRANDO, abbiamo potuto osservare dei disegni e anche i timbri delle merci.
Dopo ci siamo seduti e davanti a noi c’erano delle scritte datate. La guida ci ha spiegato il loro significato, quel luogo era un grande magazzino in cui venivano depositate tantissime merci.
Poi l’attenzione di noi bambini è stata attratta da una maschera fatta con un mantello nero e un grande becco bianco. Era il vestito che usava il medico della peste.
Nel becco c’erano aromi e piante profumate per cercare di non prendersi la malattia (la peste).
Dopo siamo andati nel giardino.
In quasi tutte le costruzioni veneziane ci sono i giardini, lì abbiamo fatto proprio una breve pausa con la nostra merenda e poi ripreso il giro. La visita degli scavi è proseguita alla volta di uno scavo in cui erano visibili i diversi livelli stratigrafici e i resti di ciottoli, pezzi di piatti, conchiglie.
La guida ci ha spiegato che tutte quelle cose servivano per mangiare e quindi, lì, forse c’era una cucina, ci ha fatto anche vedere dei mattoni di marmo di una chiesetta e anche degli altri dove c’erano delle scritte.
Siamo entrati poi in una costruzione che era adibita a museo nella quale vi erano alcune vetrine che conservavano oggetti trovati negli scavi o riproducevano barche in miniatura.
La visita si è conclusa con una camminata in una stradina che circondava l’isola di Lazzaretto Nuovo, dove si vedeva la laguna e un paesaggio stupendo. La cinta muraria faceva sembrare il Lazzaretto simile a un castello.
Dopo la camminata abbiamo fatto le nostre firme su un libro attestando così la nostra visita ai posteri e a chi dopo di noi verrà a fare visita a questo interessante sito archeologico. Mi è piaciuto MOLTO!!!!! Stratigrafia dello scavo