domenica, dicembre 31, 2006

Il gelato alla polenta...Attività di musica con ins. Germana P.. Interdisciplinarietà con scienze e geografia. Testo inventato dalla classe IV.

IL GELATO ALLA POLENTA






1° Strofa


Cariossidi nella tomba di Tebe
Poi tra i
romani fino alla plebe
Il nostro Colombo da noi l’ha portata
E noi ce la siamo mangiata.

Rit.
Che buon gelato, molto gustato,
Certo nel cestino non può essere buttato
La pannocchia dallo stocco é staccata
E ogni parte può essere usata

2° Strofa
Questo gelato è molto strano
Perché preparato con cicchi di grano
Sono finito in una tomba
Lanciato da una fionda.

Rit.
Sono un gelato assai sfortunato
Esco dal frigo al momento sbagliato.
Tutti i giorni non vengo mangiato
E nel frigo vengo lasciato

3° Strofa
Sono di mais, coltivato nel campo
Cresco in estate senza alcun lampo
Tutti lo mangiano dal tempo che fu
E non lo dimentican più!

Rit.

Il mio gelato alla polenta
Un dì l’ha preparato la mamma
contenta
E’ proprio un cono raro e prelibato
Veloce si scioglie nel nostro palato

4° STROFA
Sono un cono vivace e colorato
E come una stella cometa addobbato
Tanti colori assai divertenti
Con ritmi e suoni come ingredienti


Rit.
Forse è un’idea un po’ bizzarra
Polenta gelato e una chitarra
Con loro tre noi vi vogliano fare

I più gustosi auguri di buon Natale



(Testo inventato dagli alunni della classe IV per il laboratorio sul Mais. I biglietti di Natale e le pigotte sono stati realizzati con i chicchi di granturco e i cartocci delle pannocchie dagli alunni delle classi IV e V di Asseggiano durante le ore di musica, scienze e geografia con inss. Germana P. e Margherita A. )

Festa di Natale in quel di Asseggiano: poesie, canti e tante sorprese da parte dei bambini!

Tutte le classi hanno preparato dei canti e rappresentato al grande pubblico dei genitori i loro lavori. Eccone alcuni esempi realizzati con l'accompagnamento musicale:

TELEFONATA A GESU’ BAMBINO (classe I, attività svolta con ins. Cristina G.)

PRONTO? PARADISO?
QUI E’ ANNAMARIA.
SIGNOR ANGELO PER CORTESIA,
MI PASSI IL BAMBIN GESU’.
GRAZIE…GESU’, SEI TU ?
IO SO LEGGERE ,GIA’.
E HO LETTO SUL GIORNALE,
QUELLO GRANDE DI PAPA’,
CHE IL MONDO VA UN PO’ MALE.
HO PREFERITO TELEFONARE.
NON C’ E’ DA PERDERE UN MOMENTO.
CARO GESU’, PRESTO E ‘ NATALE
DI AIUTARCI QUESTO E’ IL TEMPO.
SE VUOI TI DO ANCHE UNA MANO.
INQUINAMENTO, FAME, GUERRA?
CON L’AMORE CANCELLIAMO
TUTTI I MALI DELLA TERRA.


M. D’ARCO (classe II )

LETTERA A GESU’

CARO GESU’,
DA’ LA SALUTE A MAMMA E PAPA’,
UN PO’ DI SOLDI AI POVERELLI,
PORTA LA PACE A TUTTA LA TERRA,
UNA CASETTA A CHI NON CE L ‘HA
E AI CATTIVI UN PO’ DO BONTA’.
E SE PER ME NIENTE CI RESTA
SARA’ LO STESSO UNA BELLA FESTA.
M. LODI (classe II)

lunedì, dicembre 18, 2006

L'AUTUNNO E LA TRADIZIONALE FESTA DI SAN MARTINO...

Attività letteraria con la classe I e l'ins. Cristina G.: inventiamo una poesia sull'autunno...
L’AUTUNNO E’...
….le foglie che cadono (Giulia)
…..una stagione..Arriva il freddo e gli alberi si spogliano (Isabella)
…i colori dell’autunno sono: il rosso, il giallo, l’arancione, il marrone (Chiara)
…il signor Autunno colora con il suo pennello le foglie di tutti i colori(Simone)
…in autunno si festeggia S. Martino: un cavaliere buono che tagliò il suo mantello per darlo ad un povero (Filippo)
…gli animali vanno in letargo perché arriva il freddo (Roberto)
…in autunno gli uccelli migrano (Alessandro)
…in autunno indossiamo vestiti pesanti (Ambra)
…i frutti dell’autunno sono:uva,castagne,melagrane (Edoardo)
…gli uccelli vanno nei paesi caldi a svernare (Emma)
… in autunno a scuola abbiamo disegnato gli alberi senza foglie (Martina)
... in autunno abbiamo fatto la castagnata con i nonni (Sharon).


A scuola abbiamo festeggiato
S. Martino: dopo l’arrivo dei genitori

siamo scesi in giardino e
abbiamo recitato una poesia sull’autunno.

Avevamo dei braccialetti fatti di foglie
e le nostre braccia sembravano rami.
Poi abbiamo mangiato le castagne,
i dolci fatte dalle mamme, giocato e corso
in giardino.
E’ stata proprio una bella festa! (Classe I)

domenica, dicembre 17, 2006

DALLA NATURA . . . AL CIBO: DAL MAIS ALLA POLENTA

Classi IV e V Asseggiano (D.D. Chirignago) A.S. 2006-2007. Inss. Germana P. e Margherita A.. Attività di scienze, educazione alimentare, geografia e storia. L'origine di un piatto tipico della Regione Veneto: LA POLENTA.

1. La storia



2. La pianta di mais

3. La raccolta

  1. 4. Il cartoccio

5. Sgranare le pannocchie

6. Farina per animali

7. La bambolina (Pupazzi realizzati con i cartocci)

La vendemmia. Storia e tradizione legata alla raccolta dell'uva...




Ai primi di ottobre 2006 siamo andati dalla nonna del nostro compagno Pierpaolo, per vedere la vendemmia e osservare come avviene la lavorazione dell’uva, cioè come diventa MOSTO e poi VINO.
Dalla scuola ci siamo messi in fila per due per la strada e siamo arrivati a casa di nonna Elisa, che ci ha condotti nella parte retrostante della casa in cui vi é la terra coltivata.
Abbiamo camminato in mezzo alla terra tra i filari di viti, nel suo campo c’erano quattro file di vitigni,con bei grappoli di uva di colore violaceo.
La maestra si è messa degli zoccoli per non sporcarsi le scarpe.
Tra i vigneti alcuni uomini usavano delle pinze per tagliare i grappoli.
Un signore ci ha fatto vedere delle pinze che servivano a tagliare i grappoli d’ uva, abbiamo guardato con curiosità come lavoravano. L’uva è stata caricata su dei grandi secchi che sono stati messi su un carretto e poi trasportata vicino al torchio.
Nonna Elisa ha ci accompagnato nel locale in cui c’era IL TORCHIO, cioè una grande macchina che serve per spremere l’ uva e togliere gli acini dal grappolo.
Noi compagni, uno per volta, a turno, siamo saliti su una scala e abbiamo buttato i grappoli nel torchio.
Io ho potuto vedere bene come funzionava questa particolare macchina: in cima aveva un grande imbuto rettangolare, alla base vi erano due rulli che macinavano l’uva, che schiacciata si raccoglieva in un grande contenitore, invece, in un altro secchio più piccolo cadeva IL RASPO (il grappolo senza acini),
L’uva spremuta (un tempo l’uva si faceva la pigiatura con i piedi dentro le botti) rimarrà a riposare e fermentare per circa due mesi dentro a una grande botte aperta, posta in una stanza areata.
Dopo questo tempo viene filtrata e raccolta.
L’uva spremuta e poi filtrata é il MOSTO che poi si trasformerà in vino.
Dopo l’operazione di pigiatura con il torchio, tutta la classe è entrata in casa di Pierpaolo e sua nonna ci ha offerto tre torte buonissime appena sfornate e tanti appetitosi panini con il salame.
Ci siamo anche dissetati con vari tipi di bibite: acqua, aranciata, chinotto, limonata e coca cola. A tutti è stato regalato un snack al cioccolato.
La maestra poi ci ha raccolto e velocemente abbiamo salutato e interrotto questo bel momento, per tornare di corsa a scuola.
Fuori il tempo era brutto e stava per iniziare a piovere.
Per evitare di bagnarci abbiamo accelerato il passo, ma la pioggia continuava a scendere fitta e siamo arrivati a scuola un po’ bagnati.
Questa esperienza ci è servita ad osservare la vendemmia e tutti i suoi passaggi.

(MASSIMILIANO B. e UMBERTO classe IV)

Laboratorio di conoscenza sui prodotti tipici della Regione Veneto. MAI DIRE MAIS

Ciao, siamo gli alunni della classe V e desideriamo raccontarvi l’uscita didattica del 28/11/2006.
Noi bambini della classe V e quelli della classe IV siamo andati in una piccola Azienda familiare di un compagno di scuola, per osservare il granoturco.
Dopo alcuni minuti di cammino a piedi siamo arrivati la tenuta di nonna Elisa, la nonna del nostro compagno di scuola Pierpaolo che ha del terreno che coltiva viti e mais.
Alcune piante di granoturco erano state lasciate per noi sul campo per poter sperimentare la fase del RACCOLTO del MAIS, che in genere avviene a fine settembre o in ottobre.
Nonna Elisa ci ha detto che i semi li aveva comprati in consorzio e che erano stati seminati in primavera.
La SEMINA, infatti, avviene in genere in maggio. Poi il nonno di Pierpaolo e le insegnanti ci hanno fatto osservare le parti della pannocchia ricordandoci i loro termini:
- i chicchi si chiamano CARIOSSIDI;
- le foglie si chiamano BRATTEE o CARTOCCI;


- la pannocchia senza chicchi si chiama TUTOLO.
L’esperienza di osservazione dopo il raccolto delle pannocchie è continuata con l’operazione SGRANAMENTO dei cariossidi attraverso un macchina elettrica in cui nella parte superiore vi era un’apertura in cui si buttava la pannocchia e da una parte cadevano i cariossidi e dall’altra i tutoli.
Poi vi è stata la fase della MACINAZIONE, i cariossidi venivano versati nell’apertura di un’altra macchina che li macinava e così il MAIS si frantumava e diventata una specie di sabbia fine come una farina o fatta di granelli più grossi, questo dipendeva da quale pulsante veniva schiacciato che programmava la macinatura.
Il MAIS dopo tutto questo processo di trasformazione é diventato farina di POLENTA,
tipico piatto popolare della cucina Veneta. Le ricette venete con la polenta sono infinite, la polenta si combina con tutti i cibi…!
Abbiamo anche assistito a come si cucinava la polenta.
In un grande un pentolone di rame profondo e molto grande,

il tipico PAIOLO, in cui vi era dell’acqua, nonna Elisa ha versato la farina di polenta e ci ha mostrato come si cucina la polenta. Aveva anche un paiolo di rame in miniatura. Una volta pronta la polenta è stata versata su un tagliere rotondo di legno ed è stata spianata con una spatola di legno che serviva per modellare la polenta e ci ha detto:
“Questo utensile di legno è la tipica spatola che usavano i miei nonni e ha oltre 100 anni; penso proprio sia un pezzo di antiquariato che non abbiate mai visto!”
Ed era proprio vero nessuno di noi, nemmeno le insegnanti, l’avevano mai vista. Poi nonna Elisa ci ha mostrato un vaso di fiori realizzati con i cartocci e poi è andata al piano di sopra per prenderci una pigotta fatta con le foglie di granoturco intrecciati.

Insomma di questa pannocchia si usa proprio tutto!
Quando è tornata nonna Elisa le abbiamo fatto una sorpresa, in coro le abbiamo cantato con gioia: “Grazie nonna Elisa per tutto quello che hai fatto per noi!” Poi qualcuno ha iniziato a gridare e noi l’abbiamo seguito: “Per nonna Elisa Ip Ip Urrà Ip Ip Urrà Ip Ip urrà!”
Poi siamo tornati a scuola…giusto in tempo prima che suonasse la campanella di uscita. Il tempo è volato…!
(Marco B., Andrea B., Alessandro V., Lisa R., Lisa T., Davide F.)
L’esperienza di osservazione è poi continuata anche in classe con il laboratorio dei 5 sensi:
  • a coppie con i miei compagni abbiamo approfondito i 5 sensi: io avevo il senso dell’olfatto e ho annusato con attenzione la farina di mais, e le varie parti ma non sapeva di niente.
  • Anche la mia compagnia Caterina non riusciva a individuare alcun odore particolare legato al mais, alla farina…nemmeno alla polenta.

Solo i pop corn avevano un buon odore di cibo che invogliava all’assaggio.

  • La coppia del laboratorio di tatto (Lisa T. e Claudio) ha sentito che la farina era granosa e le foglie molto ruvide, poi la polenta sulla lingua era granulosa e morbida, tiepida e compatta.