"La Campanella" Scuola di Asseggiano (Venezia). Esperienze di laboratorio.
Un blog, abbreviazione di web log, è un sito web autogestito per pubblicare in tempo reale notizie, informazioni varie.E' uno strumento di libera espressione, che tiene traccia(log) degli interventi dei partecipanti. Un blog può essere un giornalino scolastino on line in cui vengono segnalate le attività di laboratorio svolte dagli alunni.Il nome "Campanella" é, infatti, quello del giornalino cartaceo che la scuola di Asseggiano realizza ormai da svariati anni.
giovedì, maggio 25, 2006
domenica, maggio 14, 2006
La storia della mia regione: il VENETO. Dav. Cl. IV
Il Veneto e’ da sempre un luogo molto importante dal punto di vista storico.
Fu popolato in epoca preistorica (I millennio a. C.) da stirpi celtiche, liguri e retiche e dai veneti dai quali trasse il nome. Il territorio Veneto cominciò ad essere colonizzato già dal sec. II a.C. Al tempo della dominazione romana (II sec. a.C.) il suo territorio fu organizzato dall’imperatore Augusto diventando così una regione alleata a Roma. Tuttora sono visibili nelle città venete segni e reperti storici di strade romane e di monumenti (Vedi l’Arena di Verona e vicino a Venezia la cittadina di Altino). Ecco il museo nella foto a dx.
Il Veneto in quel periodo era attraversato da importanti strade e grazie a ciò assumeva grande importanza negli scambi con i paesi d’oltralpe. I commerci, l’agricoltura e artigianato subirono però un declino con la crisi dell’ impero romano. Nel periodo medievale le popolazioni barbare travolsero quello che era rimasto nel Veneto e della civiltà romana. Durante questa dominazione si determinò la fuga delle popolazioni della terraferma verso le isole della laguna.
I Veneti si rifugiarono nelle tante isolette della laguna, in cui potevano nascondersi e allontanarsi facilmente tra i tanti canali che bene conoscevano.
Nelle isole, poi, potevano vivere senza problemi in quanto non vi era alcun problema nel reperire l’acqua. Facilmente scavavano e trovavano acqua dolce e costruivano dei pozzi. In ogni isoletta si sono trovati tantissimi pozzi, traccia e testimonianza storica e archeologica della loro presenza.
Con il tempo i veneti si stanziarono in modo più stabile in queste isole trovando tutto quello che necessitava per vivere bene.
Nel V sec. d.C. Venezia viene così fondata, una città, costituita da un arcipelago di circa 120 isolette, definita unica, proprio perché sorta sulla laguna, in un labirinto di canali.
Il suo dominio, la sua potenza, si estenderà progressivamente in tutta la regione, e il suo splendore é noto in tutto il mondo, per un economia ricca, con commerci che raggiungevano la Cina nel lontano Oriente.
Il suo declino risale al sec. XVII quando si ha la crisi della Repubblica di Venezia. Il Veneto viene occupato dai francesi e ceduto da questi ultimi all’ Austria nel 1797.
Nel 1815 il Congresso di Vienna stabilisce la nascita del Lombardo-Veneto.
Nel 1866 il Veneto entra a far parte del Regno d’Italia.
Ecco il simbolo di VENEZIA
sabato, maggio 13, 2006
La fauna nel Veneto. Cat. Cl. IV A
La fauna del Veneto è l’insieme d’animali che vivono nella regione.
In montagna troviamo: camosci ,cervi, caprioli, marmotte, tassi, volpi, scoiattoli e puzzole.
Tra gli uccelli troviamo: il gufo comune, il gallo cedrone, il francolino di monte, la pernice bianca, l’aquila reale.
Nei fiumi vive la lontra e nei laghi nuotano vari tipi di pesci: cavedani, tinche, barbi, persici e lucci.
Nei torrenti ci sono le trote.
Nei torrenti ci sono le trote.
Spettacolare è la fauna della laguna che popola la Laguna Veneta e il delta del Po in cui possiamo trovare: aironi, nitticore, cavalieri d’Italia, tarabusi, falchi di palude,
gruccioni, spatole,
In quelle acque poi si sviluppa e ci sono allevamenti di anguille,
venerdì, maggio 12, 2006
La Brenta: un fiume e una storia! La bellezza della Riviera del Brenta. Ale Classe IV
Brenta è un fiume dell'Italia settentrionale, che scorre in Trentino-Alto Adige e, per gran parte, in Veneto; è tributario (cioè sfocia) del mare Adriatico, ha una lunghezza di 160 km e un bacino idrografico di circa 2.300 km².
Il suo regime è alpino, con magre invernali e piene primaverili-estive.
Si forma poco a sud di Levico Terme (in provincia di Trento), a circa 500 m di quota, dall'unione di due rami sorgentiferi alimentati dai piccoli laghi di Levico (1,05 km²) e di Caldonazzo (5,4 km²).
Percorre in Trentino la Valsugana, ricevendo il suo maggior affluente, il Cismon (48 km); entrato nel Veneto bagna Bassano del Grappa, dove è attraversato da uno storico e famoso ponte.
Sfocia nell'Adriatico presso Brondolo, poco a nord della foce dell'Adige.
Le acque del Brenta vengono largamente utilizzate per alimentare varie centrali idroelettriche e per l'irrigazione.
Il fiume è intersecato, in località Stra (in provincia di Venezia), dal cosiddetto Naviglio del Brenta, un canale che inizia a Padova e che sfocia nella laguna di Venezia.
Sulle rive del Brenta, divenute nei secoli passati uno dei luoghi di villeggiatura privilegiati dell'aristocrazia veneta, tanto da giustificare l'appellativo di Riviera del Brenta, vennero edificate, soprattutto tra il XVII e il XVIII secolo, ville magnifiche, con la collaborazione di alcuni tra i più famosi pittori e architetti dell'epoca.
Particolarmente famose sono la settecentesca Villa Pisani, oggi Villa Nazionale, a Strà, con affreschi di Gian Battista Tiepolo, la Villa Foscari, detta La Malcontenta, capolavoro di Andrea Palladio, a Mira, e la Villa Ferretti Angeli, opera di Vincenzo Scamozzi, a Dolo.
giovedì, maggio 11, 2006
Il parco naturale regionale del fiume SILE. Un parco sull'acqua, un parco per l'acqua. RIC. CL. IV
Il SILE è il più lungo fiume di risorgiva d’Europa, nasce e scorre interamente nella dolce pianura veneta, fra Treviso e Venezia. Un fiume quindi del tutto originale, con caratteristiche quanto mai interessanti, meritevoli di essere tutelate da un parco.
Ambienti umidi di grande interesse, accanto alle testimonianze della vita e del secolare lavoro dell’uomo, in “simbiosi” con il fiume stesso.
Il Sile nasce da risorgive, localmente chiamate fontanassi, per il diverso comportamento – riferito all’acqua - dei terreni dell'alta e della bassa pianura trevigiana: in pratica, le acque che scorrono nel sottosuolo dell'alta pianura (falda freatica) al contatto con i depositi argillosi e impermeabili della bassa pianura, sono costrette a risalire in superficie, formando appunto le risorgive: vere "sorgenti di pianura", che nel Trevigiano danno origine al Sile e a numerosi corsi d’acqua minori.
La portata d’acqua costante e la corrente moderata lo hanno reso costantemente navigabile e facilmente sfruttabile ai fini idraulici, come testimoniano i numerosi mulini presenti.
La temperatura dell’acqua delle risorgive varia dagli 8 - 9 gradi dei mesi invernali, ai 14 - 15 dei mesi estivi. Inoltre, grazie al limitatissimo bacino idrografico, non vi sono fenomeni di dilavamento dei terreni e il trasporto di materiale solido è quasi del tutto assente, consentendo alle acque di mantenere a lungo una straordinaria trasparenza.
Il primo tratto del fiume, pressoché rettilineo, è il più interessante dal punto di vista naturalistico, ancora in buona parte integro, con la zona delle sorgenti, ricca di boschi, pozze, aree umide e prati, con rive basse e paludose.
Da non perdere la "Grande Quercia", uno splendido, isolato esemplare di Farnia, dal quale è possibile raggiungere tutta una serie di suggestivi biotipi, tra cui la cosiddetta torbiera.
Ma l’ambiente forse più interessante, ricco di specie animali e vegetali, è senz’altro la "Palude", l’ultimo lembo sopravvissuto alle secolari opere di bonifica, che si conclusero solo negli anni ’60 del ‘900.
Dopo Treviso il fiume diventa più tortuoso, con numerosi meandri, assumendo un aspetto nettamente diverso, "meno naturale e più addomesticato", con slarghi, rami secondari, alti argini, ex cave che formano laghetti, folti pioppeti, coltivazioni e nobili ville immerse nel verde.
Le sponde naturali lasciano il posto a un sistema di alzaie (o restere) che, necessarie un tempo per trainare da riva le grosse barche che risalivano la corrente, sono oggi molto frequentate da chi ama passare il tempo libero all'aria aperta: naturalisti, sportivi, famiglie con bambini, nonni…
Luoghi rilassanti, a contatto con la natura, ma anche con le testimonianze del secolare lavoro dell’uomo. Senza dimenticare che il modo migliore per visitare il parco è percorrere il fiume in barca, scoprendo i suoi mille angoli nascosti o a piedi e in bicicletta lungo le restere con le piste ciclabili che collegano Quarto D’Altino a Treviso.